La nosemiasi è una malattia diffusa in tutto il mondo causata da un fungo unicellulare non visibile ad occhio nudo, il Nosema apis. Ogni spora del nosema, una volta ingerita dalle api, estroflette un tubicino chiamato “filamento polare” con il quale inietta in una cellula dell’epitelio ventricolare una microscopica cellula chiamata amebula.
Questa inizia ad accrescersi e a suddividersi in numerosissime cellule che si trasformano in spore. La cellula intestinale continua ad aumentare di volume sino a quando scoppia liberando nel lume intestinale centinaia di spore che vengono eliminate dalle api con le feci. E’ una malattia subdola che può essere diagnosticata solo utilizzando il microscopio. L’apicoltore può sospettarne la presenza in base ad alcuni sintomi che purtroppo sono simili ad altre malattie :
• lento accrescimento in primavera della famiglia
• dissenteria giallastra
• addome rigonfio
• ali disgiunte
• sostituzione precoce della regina colpita da nosemiasi
• riduzione della durata della vita delle api
Il Nosema Ceranae
Da un articolo di “Environmental Microbiology Report” (aprile 2009, vol. 1-2, pag. 110-113), si riportano alcune notizie relative al Nosema ceranae.
Il Nosema ceranae è un parassita unicellulare dell’Apis cerana. Le modalità di moltiplicazione di questo parassita sono simili a quelle del Nosema apis ma i danni che provoca sono molto più gravi. Si assiste in poco tempo al collasso ed alla morte della colonia di api tanto che i ricercatori l’hanno denominata “Colony Collapse Disorder”.
Le spore di Nosema ceranae possono essere distinte attraverso sofisticati esami al microscopio ottico anche se la certezza si ha solo esaminando il materiale genetico (DNA). Attualmente, in attesa di ricevere dai laboratori di apicoltura nuove strategie di lotta, si consiglia a tutti gli apicoltori di adottare i sistemi di prevenzione (posizione dell’apiario in zone asciutte, corretta alimentazione invernale, ecc) e di disinfezione (ac. acetico) che vengono già utilizzati per Nosema apis.
Secondo un articolo di Science, invece, il colpevole della scomparsa delle api sarebbe il Iapv. Ma in realta’, sostiene Higes, i dati contenuti nell’articolo mostrano
che tale virus nei casi di spopolamento ”appare nell’83% dei campioni, mentre Nosema Ceranae lo fa nel 100%”. Apparentemente le diverse conclusioni sarebbero dovute al fatto che il Nosema e’ presente anche in alveari ”apparentemente sani”. Ma come nel caso del Varroa, spiega Higes, l’altro grande parassita delle api, il Nosema Ceranae ”puo’ individuarsi negli insetti prima che la colonia intera presenti sintomi”.
Da un articolo di Savorelli Gianni – Prodotti per apicoltura Via Sangiorgi, 50 47023 Cesena ( Fc ) tel 0547.602018 fax 0547603070 cell 339 6634688 email gsavore@tin.it www.apicolturaonline.it/savorelli
Il Nosema apis tradizionale provoca un abbassamento dell’attività enzimatica proteolitica intestinale (Malone et Gatehouse, 1998), in pratica notevoli difficoltà digestive e nelle nutrici diminuzione dell’attività della ghiandola ipofaringea (Wang et Moeller, 1971) con l’effetto di un accorciamento della vita delle api colpite (Kleinschmidt e Ferguson, 1989).
Ciò darà luogo a diminuzioni di produzione e aumento di perdite di famiglie durante l’inverno. Gli effetti di Nosema ceranae sono ben più devastanti. Api non contaminate dal patogeno sono state artificialmente inoculate con 125,000 spore di N. ceranae ( Higes e altri). Nella sua forma acuta e tradizionale il Nosema è caratterizzato da diarrea. Il ceranae non sembra avere questa caratteristica. Le api muoiono all’esterno dell’alveare, senza comparsa di cadaveri davanti alla porta di volo, ma con diminuzione di bottinatrici e raccolto.
Come nel caso tradizionale, le spore di Nosema ceranae rimarranno per lunghi periodi nell'”ambiente apistico” e ciò faciliterà la reiterazione dell’infezione.